1 Gita misteriosa, senza meta apparente ne dislivello, e che però attira diversi curiosi. Le nuvolacce del primo mattino sembrani diradarsi.
2 Invece di puntare a Mocchie si opta per la più gradevole asfaltata verso Siliodo
3 Sorpresa sorpresissima, al ritrovo si è presentato anche il mitico Mirko, che evidentemente non aveva ancora avuto tempo di dismettere la divisa (invernale) da black block. Le fatiche conseguenti le scorribande milanesi devono aver pesato più del previsto, perchè dopo questa immagine di lui non avremo più notizie.
4 Nel frattempo si è imposto il sole, e la salita risulta più che gradevole.
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7 La salita si allunga, oltrepassiamo il bivio dell'alpe Vaccarezza, mentre la fatica inizia a farsi sentire.
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9 Il gruppo si allunga, qualcuno spinge, qualcun'altro medita un attentato, ma a nessuno viene in mente di girare la bici e tornare indietro.
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13 Poco prima di quota 2000 avvistiamo i primi nevai.
14 Obiettivo raggiunto: il bivio a quota 1950, dove in teoria le fatiche dovrebbero terminare. Il Collombardo sarà per un'altra volta, anche per via dei nevai che (per fortuna!) ancora ingombrano la strada.
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16 Gruppo ricompattato, breve pausa e possiamo ripartire
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18 Nel frattempo, e nel giro di pochi minuti, come spesso avviene in montagna, il meteo volge al brutto, presentando nuvoloni minacciosi e temperature rigide
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20 Tagliamo le pendici della punta Sbaron
21 E dopo qualche nevaio, ottimo per infradiciare i piedi al freddo, raggiungiamo la meta, l'Alpe Chiet!
22 Ormai l'hanno capito tutti che questa non è l'alpe Ghiet e che il percorso è del tutto sconosciuto, compreso l'invisibile sentiero di discesa parzialmente innevato. Ci dividiamo in due gruppi, i diffidenti tornano indietro, i capoccioni proseguono verso l'ignoto.
23 I primi 200m di dislivello sono un disastro, traccia poco visibile, e quasi per nulla percorribile in sella. Nel frattempo è iniziato a piovere.
24 Poi però la traccia lascia il posto ad un bellissimo sentiero, molto suggestivo e facilmente ciclabile, facendo solo attenzione alle rocce ormai bagnate.
25 La bella mulattiera prosegue nel bosco senza problemi.
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27 Rientrati sulla strada dell'andata, inizia un complesso collage di sentieri, condito con abbondantissimi ravanamenti. Esperienza, strumentazione e un pò di fortuna ci consentono di sfangarla alla grande, non senza aver prosciugato le ultime energie (e anche qualcosa di più)
28 Il tracciato risulta decisamente divertente, anche perchè nel frattempo la pioggia si è dileguata ed il fondo risulta ancora asciutto.
29 Si termina seguendo una delle numerose mulattiere che da Mocche piomba su Condove
30 Raggiunte le auto, ci trasciniamo verso il ristoro, dove dinanzi alla strameritata birra meditiamo su questi imprevisti (o previsti?) 2000m di dislivello. Complimenti a tutti!